Probabilmente seconda solo all’imbattibile Italia di Reitano in un’ideale classifica dei brani più “nazionalisti” transitati a Sanremo.
E’ il 1994. Un paio di vecchi amici si incontrano dopo decine di anni alla bocciofila e tra un bicchiere di vinello e l’altro qualcuno butta lì un’idea un po’ pazza: -Perché non partecipiamo al Festival di Sanremo tutti insieme! Magari è l’ultima cosa che facciamo nella nostra vita!-
Viene così creato il supergruppo di mummie chiamato Squadra Italia, composto da: Nilla Pizzi, Jimmy Fontana, Gianni Nazzaro, Wilma Goich, Wess, Giuseppe Cionfoli, Tony Santagata, Lando Fiorini, Mario Merola, Rosanna Fratello e la “piccola” Manuela Villa a fare da mascotte. 11 componenti le cui età sommate superano i 700 anni. insieme sul palco cantare pregi e difetti de ‘sta Italia bbella, ciascuno la sua strofa interpretata alla propria maniera.
Il brano è moderno come una statuetta in porcellana di Capodimonte appoggiata su un centrino sopra una credenza in barocco piemontese. Un inno ai luoghi più comuni del comune su questa nazione, una terra dove gli stranieri vengono accolti con amore e non vogliono tornare più a casa (strofa che acquista ancora più valore perché cantata dal mitico Wes), una terra dove il sacro di scontra col profrano, terra rimasta nel cuore a coloro i quali sono partiti per trovar fortuna in America, terra di balcony affacciati sul mare a Posillipo. Eccovi il testo:
E’ il 1994. Un paio di vecchi amici si incontrano dopo decine di anni alla bocciofila e tra un bicchiere di vinello e l’altro qualcuno butta lì un’idea un po’ pazza: -Perché non partecipiamo al Festival di Sanremo tutti insieme! Magari è l’ultima cosa che facciamo nella nostra vita!-
Viene così creato il supergruppo di mummie chiamato Squadra Italia, composto da: Nilla Pizzi, Jimmy Fontana, Gianni Nazzaro, Wilma Goich, Wess, Giuseppe Cionfoli, Tony Santagata, Lando Fiorini, Mario Merola, Rosanna Fratello e la “piccola” Manuela Villa a fare da mascotte. 11 componenti le cui età sommate superano i 700 anni. insieme sul palco cantare pregi e difetti de ‘sta Italia bbella, ciascuno la sua strofa interpretata alla propria maniera.
Il brano è moderno come una statuetta in porcellana di Capodimonte appoggiata su un centrino sopra una credenza in barocco piemontese. Un inno ai luoghi più comuni del comune su questa nazione, una terra dove gli stranieri vengono accolti con amore e non vogliono tornare più a casa (strofa che acquista ancora più valore perché cantata dal mitico Wes), una terra dove il sacro di scontra col profrano, terra rimasta nel cuore a coloro i quali sono partiti per trovar fortuna in America, terra di balcony affacciati sul mare a Posillipo. Eccovi il testo:
“Terra distesa nel mare
Che in ogni canzone ci parli d'amore
Terra di grano e di fiori
Di sole, di vino, di spine e di allori
Terra che resti nel cuore
Di chi per un sogno ti deve lasciare
Ogni paese ha una festa
Una banda che suona, una piazza, un caffè
Terra di santi e poeti
De' troppi mafiosi e pochissimi preti
Terra di mille stranieri
Che trovano amore e non partono più
Terra rimasta ind' 'o core
D'a ggente che parte pe' terre luntane
Ma in ogni posto del mondo
Dovunque tu vada, da solo non sei
Sentirai una radio che suona lontana
Canterà una vecchia canzone italiana
Rivedrai un balcone affacciato sul mare
Una canzone non chiede di più
Ti porta dove vuoi tu
Ma che cos'è una canzone
E’ una storia che nasce da ogni emozione
E ci accompagna la vita
Da quando si nasce a quando è finita
Voce di popoli stanchi
Dà forza ad una idea che non muore più
E in ogni casa del mondo arriva volando
Dipinta di blu
Sentirai una radio che suona lontana
Canterà una vecchia canzone italiana
Rivedrai in un attimo il tuo primo amore
Passano gli anni e la vita però
Una canzone no”
Che in ogni canzone ci parli d'amore
Terra di grano e di fiori
Di sole, di vino, di spine e di allori
Terra che resti nel cuore
Di chi per un sogno ti deve lasciare
Ogni paese ha una festa
Una banda che suona, una piazza, un caffè
Terra di santi e poeti
De' troppi mafiosi e pochissimi preti
Terra di mille stranieri
Che trovano amore e non partono più
Terra rimasta ind' 'o core
D'a ggente che parte pe' terre luntane
Ma in ogni posto del mondo
Dovunque tu vada, da solo non sei
Sentirai una radio che suona lontana
Canterà una vecchia canzone italiana
Rivedrai un balcone affacciato sul mare
Una canzone non chiede di più
Ti porta dove vuoi tu
Ma che cos'è una canzone
E’ una storia che nasce da ogni emozione
E ci accompagna la vita
Da quando si nasce a quando è finita
Voce di popoli stanchi
Dà forza ad una idea che non muore più
E in ogni casa del mondo arriva volando
Dipinta di blu
Sentirai una radio che suona lontana
Canterà una vecchia canzone italiana
Rivedrai in un attimo il tuo primo amore
Passano gli anni e la vita però
Una canzone no”
Praticamente una cartolina della nostra penisola aggiornata al 1965.
Caso più unico che raro per questo genere di brano, il pezzo venne relegato in una deludentissima penultima posizione, battuto solo da Napoli di Franco Califano (andate a leggere il post dedicato a quest’altra splendida gemma musicale). Purtroppo, dopo quest’insoddisfacente performance, la Squadra Italia si sciolse e ognuno tornò al suo ospizio.
Peccato, chissà quanto ancora avrebbero potuto regalare alla musica italiana…
2 comments:
Brano straordinario, indimenticabile la ripetizione la prima serata per la rottura del microfono del grande Jimmy Fontana. Ironie a parte, la maggior parte dei componenti della Squadra Italia farebbe ancora oggi un figurone rispetto a certi interpreti che circolano sui network radiofonici...
canzone stupenda. nella versione in studio, quando cantava Mario Merola, partiva un mandolino. e io mi commuovevo.
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