Wednesday, August 30, 2006

Sandro Giacobbe - Gli occhi di tua madre (1976)

Il genere "donne mature ancora piacenti" è un caposaldo sia nel cinema porno che nella musica. Questo ne è sicuramente l'inno mondiale. E sarebbe una fenomenale colonna sonora della pubblicità dell'Oil of Olaz, la celebre crema che garantisce eterna giovinezza alle mamme, tanto venir scambiate per sorelle maggiori delle loro figlie. Sandro, infatti, scuote l'Ariston raccontando la torbida storia, dal drammatico epilogo, di un ragazzo che, andato a casa della fidanzata per portarla fuori a cena, non la trova. In compenso viene invitato ad entrare dalla logorroica madre della ragazza, che gli offre un cicchetto di amaro Cora. Tra una chiacchera e un bicchierino ecco che successe:

"E quando l'ho avuta di fronte
Che scherzo mi han fatto gli occhi miei
Credevo che fossi tu ed era lei
Poi mi sembrò naturale
Guardarla così come guardo te
Perché sei uscita, perché?

Mi hanno fatto innamorare
Gli occhi verdi di tua madre
Il sorriso di un tramonto
Dove ci si può specchiare
I tuoi passi all'improvviso
E un tuffo al cuore immenso
...se ci penso..."

A questo punto arriva lei, la fidanzata. Non sappiamo se coglie i due sul fatto però Sandro sente il bisogno di uscire con lei e parlarle subito, nonostante stia diluviando come Dio la manda.

"La pioggia continua a cadere
E tu continui a non parlare
Hai l'aria di un cigno che muore
La vittima la sai fare
Di certo non è quel sospiro
Che può cancellare quel che sei
Tu rimani tu, e lei è lei
Non è colpa mia se mi piace
Ogni cosa che rassomiglia a te
Adesso hai capito perché..."

Lei ha l'aria di un "cigno che muore" perché a stare sotto la pioggia ad ascoltare le cazzate del moroso si è beccata la pleurite. Però morirà felice perché lui ha sfoderato la scusa più monumentale della storia: "sai, mi sono fatto tua madre perché mi piace tutto quello che ti assomiglia"...

Come si può non cadere ai piedi di quest'uomo. Sandro Giacobbe sì che sa come trattare una donna! E la giuria lo premiò con un incredibile terzo posto!
Vive l'amour!

Monday, August 28, 2006

Fra Giuseppe Cionfoli - Solo Grazie (1982)

Anni prima del mitico Padre Alfonso Maria Parente (recentemente arrestato per una truffa che sfruttava il nome di Padre Pio!) un altro frate tentava la via della musica per diffondere più efficacemente la parola di Dio tra le nuove generazioni.
Sinceramente, l'appeal che Fra Cionfoli poteva avere nel 1982 sui giovani, più interessati alle cotonature dei Simon Le Bon o (al limite) di Marcella Bella non deve aver provocato un così epocale aumento delle conversioni al cristianesimo...
La verità è che anche frate Cionfoli, a modo suo, era un vero sovversivo. In un'epoca dove il sintetitazzatore veniva usato pure da I Cavalieri del Re, il nostro frate tentava di vincere Sanremo e scalava l'hit parade armato solo di chitarra acustica e della fede. Raramente Cionfoli osava strumenti demoniaci come basso, tastiere, batteria! In questo pezzo, per la verità, un timida batteria fa capolino nel ritornello e Dio solo sa quante Ave Marie e Padre Nostro, Cionfoli abbia dovuto dire per espiare la sua colpa!

Il testo, non avevamo alcun dubbio, racconta di un uomo che sente mancare qualcosa nella sua esistenza e capisce che l'unico modo per colmare questo vuoto è aprire un intenso dialogo col Signore:

"O fu per gioco o simpatia
Per amore o nostalgia
Che quella serà ti ho scritto una canzone
O la paura che sentivo
MI conduceva già lontano
E percorrevo sentieri già battuti...

Momenti bui sono i miei
Previsti solo nel finale
Che mettono la mente nel cantiere
Riflessioni da bambino
E mi vedo da lontano
E non capisco perché mi cerchi tu Signore"

Caro Giuseppe, il Signore ti cerca perché, esattamente come noi, ancora oggi non ha capito un'acca di quello che tentavi di dire in questa canzone! Mettere la mente nel cantiere? Momenti bui previsti nel finale? Boh.
Per evitare di darci una spiegazione, Fra Cionfoli ha abbandonato l'abito talare e messo su famiglia.

Sunday, August 27, 2006

Giacomo Celentano - You and me (2002)

Si, il nome è quello della nota tariffa Vodafone, ma la canzone non ha mai alimentato alcun dubbio di intrallazzo multinazional-telefonico: sarebbe stata troppo brutta perfino per l'azienda che osò utilizzare un anno prima www.mipiacitu dei Gazosa.

Al Festival del 2002, Giacomo Celentano, faccia pulita, bandana fuori moda e camicia che mamma Claudia Mori aveva dimenticato di stirare, si dimenò come Bingo Bongo con la sciatica, imitando come poteva la voce nasale del padre (ma, a questo punto, non si esclude l'ipotesi che l'imitazione fosse di Peppino Di Capri).
La canzone è profonda come una tazzina da caffè: lui e lei si amano nonostante qualche piccola incomprensione, che poi scopriremo dovuta al fatto che evidentemente Giacomo ha un cellulare di merda che prende poco e quindi non è mai raggiungibile.

"Prima l'amore e poi cos'è
Quel sentimento che ci porta via
Tra le risate e tanta nostalgia
Che insegue la realtà
Che poi ci svelerà
Che l'amore è lealtà
You and me... l'amore è fatto così
Can't you see... ma se lo vuoi anche tu
You and me... will be together well"

Ma la vera raffinatezza del brano è l'inserimento di un finto messaggio lasciato alla segreteria telefonica del cellulare, dove la ragazza del cantante gli vomita addosso, rigorosamente in rima, le sue paturnie:

"Jack, Jack, è da un'ora che ti chiamo
E vorrei dirti che ti amo
Si posson fare tanti errori
lo sai anche tu che...
sei un po' fuori
E sono stanca di aspettare
Un tuo gesto, un tuo verso...
Perchè adesso devi dire
Se ci sei, o se ti ho perso
Nel mio futuro ci sei tu
Nel presente solo tu
E' da un'ora che ti chiamo
Perchè nonostante tutto sai... ti amo"

Al Festival, per rendere l'esibizione (gustatevela cliccando qui) di Celentano Jr ancora più bella, compariva sul palco una ragazzetta con cellulare in mano, Zainetto Invicta e abiti rubati dal set de I ragazzi della terza C, e con un playback che gridava vendetta, simulava una telefonata al cantante.
Un vero e proprio happening d'avanguardia, naturalmente incompreso dalle giurie popolari che lo scaraventarono all'ultimo posto.
Il giovane interprete (che all'epoca aveva 36 anni... sic!) ci rimase così male che abbandonò il dorato mondo del pop italiano.
Ora pare si dedichi alla musica religiosa. Da Sanremo a Radio Maria: questo sì che si chiama far carriera!

Saturday, August 26, 2006

Toto Cutugno - Voglio andare a vivere in campagna (1995)

In uno shake inserisco in quantità assolutamente casuali un po' di "Apache" degli Shadows, le chitarre dei Gipsy King, qualche passaggio di "Night in white satin" dei The Moody Blues, una buona dose di "Ragazzo della via Gluck", un pizzico di "Jesahel" dei Delirium e una generosa quantità di sigla di Hazzard. Agito bene e, pressappoco eccovi qua "Voglio andare a vivere in campagna", gioiello folk-rock del 1995, in ritardo di trent'anni sul genere.
Canzone incompresa perfino dalle giurie di lobotomizzati mentecatti di Sanremo, che la sbatterono solo al 17esimo posto. Che vergogna! Eppure Toto davvero ci mette il cuore per farci capire quanto sia per lui importante andare a respirare aria buona.


"Voglio andare a vivere in campagna
Voglio la rugiada che mi bagna
Ma vivo qui in citta, e non mi piace più
In questo traffico bestiale
La solitudine ti assale e ti butta giù
Che bella la mia gioventù"

Era dagli anni 70 che la rugiada non veniva più scomodata in qualche canzone (Cristina D'Avena esclusa).

"Al mio paese si balla, si balla, si balla
In questa notte un po' ruffiana di luna piena
Al mio paese c'e festa che festa che festa
Tutti in piazza ed affacciati alla finestra.
Rivoglio il mio paese la chiesa le case
E la maestra che coltiva le sue rose.
Rivoglio il mio paese, la vecchia corriera
Che risaliva lenta sbuffando a tarda sera"

Mmm, che quadretto davvero invitante. Ha dimenticato solo l'osteria dove si gioca a canasta e tutti i luoghi comuni della vita di paese ci sono!
Non vorrei rovinarti i programmi, caro Toto, ma temo che la tua maestra che coltivava le rose sia ormai morta e sepolta.

Memorabile la strofa dove il cantante ci informa che: "Voglio ritornare alla campagna, voglio zappar la terra e fare legna". Braccia rubate all'agricoltura!

Francesco & Giada - Turuturu (2001)

Nel 2001 lo Zecchino d'oro si trasferisce sul palco del teatro Ariston e riesce a cambiare nome in Festival di Sanremo. Al confronto, il Festival dell'anno prima pareva Woodstock! Primi classificati nella sezione giovani i mitici Gazosa che tutti più o meno ci ricordiamo. Terzi classificati Fracesco & Giada (anch'essi prodotti da Caterina Caselli, come i compagni d'asilo Gazosa), che per nostra fortuna nessuna ricorda più. Strano, perché la canzone era così deliziosamente orecchiabile! Sarà merito del titolo, semplice, impattante, oserei dire quasi futurista: TURUTURU. Probabilmente un omaggio dei due interpreti alla musica pantonale d'avanguardia di Schoenberg.
Parola dall'oscuro significato che comunque riempie gran parte del testo.

"Oggi ho un turuturuturu per la testa
Che fa turuturuturu e non mi passa..."

Si parla di amori adolescenziali. Lei ama lui e quando lo vede sente sto "turuturu".
Lui ama lei e sente sto "turuturu". Ebbasta!!! Confidatevi il vostro amore e facciamola finita con questo "turututu".
No, aspettate! La canzone ha un colpo di scena:

"Se c'è ancora un turuturu per la testa
E' perché se t'innamori quello resta.
Ogni giorno viene a farti compagnia,
Neanche il vento se lo può portare via.. "

Ah, ma allora è proprio un problema dell'udito! Se ce lo dicevate prima un otorino lo si trovava subito! Da segnalare che un titolo più bello di questo lo proporranno, pochi mesi dopo (estate del 2001), nuovamente i Gazosa con la fan-sta-sti-ca www.mipiacitu.

Thursday, August 24, 2006

Al Bano & Romina - Cara terra mia (1989)

Ah, grande annata per Sanremo il 1989. Forse l'edizione peggio presentata della storia (quella dei cosiddetti "figli d'arte", ovvero Rosita Celentano, Paola Dominguin, Danny Quinn, e Gian Marco Tognazzi), forse l'edizione con la vittoria più scontata della storia (già una settimana prima dell'inizio si sapeva che avrebbero vinto Anna Oxa e Fausto Leali), sicuramente l'edizione con alcune delle peggio canzoni della storia.
A farla da padrone sicuramente questa perla, classificatasi nientepopodimeno che terza! In milioni avranno tentato di rimuoverla dal proprio cervello, a costo di ricorrere ad una lobotomia, ma niente da fare. Quel "Come va, come va? Tutto occhei, tutto occhei!" ripetuto solo quelle 180 volte in 3 minuti di brano non vuole proprio uscire dalla testa.

Dopo averci cantano le meraviglie della vita di coppia. le gioie della vita insieme, la beatitudine della vita matrimoniale, Al Bano e Romina ci regalano questo splendido inno per ecoterroristi. I luoghi comuni non si fanno attendere: già nella prima strofa Al Bano ci dice che:

"Ogni sera dal telegiornale
Vedo che c'è tutto che non va.
Mafia, droga e gente che sta male.
E la colpa di chi mai sarà..."

Quindi Romina ci informa che l'undicesimo comandamento è NON INQUINARE, dopodiché parte a "rappare", (cioè a parlare, perché a cantare proprio non ce la faceva):

"Guesto mare che muore di dolore.
I fiumi, che vergogna, quante impurità...
Dal ventre della terra galleggia sopra il mare
Petrolio sui gabbiani e pesce a galleggiar..."

Nel ritornello la poetica raggiunge il climax:


"Cara terra mia,
Nei tuoi giardini i fiori sono già
Siringhe, vetri e oscenità"

Pelle d'oca.
Nella seconda strofa il signor Carrisi si indigna perché alla tv si parla poco dell' effetto serra e "va di moda solo il demenziale".
Davvero non ricordo... aiutatemi voi. Chi è che ha partecipato all'Isola dei famosi lo scorso anno?

Tuesday, August 22, 2006

Toto Cutugno - Insieme 1992 (1990)

Nel 1990 l'eroico Toto riusciva in un'impresa storica: trasformare l'ennesimo secondo posto della sua collezione festivaliera in un trionfale primo posto, piazzandosi sul podio più alto all'Eurofestival. E con che pezzaccio!
Negli anni 80 non perdeva occasione per ricordarci quant'era fiero d'essere un italiano vero. Nel 1990, il cittadino modello Toto Cutugno ci canta le meraviglie di un'Europa con le frontiere aperte, dove i luoghi comuni di questa splendida canzone potranno circolare liberi di paese in paese!
Si parla infatti "dell'amico così lontano e diverso che credevo perso" ma che adesso non sarà più solo perché "c'è una canzone italiana con noi".
Eh già, amici francesi, spagnoli, tedeschi, olandesi, belgi, portoghesi, credevate di farla franca eh? E invece non c'è più la polizia di frontiera a bloccare l'ingresso di Mister Cutugno nelle vostre nazioni, sorry!
Più che una canzone è una minaccia.

Gustatevi la sua monumentale performance live sul palco dell'Eurofestival, dove Toto dettò legge anche in fatto di look, cantando con un trendissimo completo bianco rubato all'Uomo Del Monte.