Tuesday, October 17, 2006

Plastic Bertrand – Ping pong (1982)

Di De Pasquale, Pirazzoli, Fasano, De Pasquale. Dirige il maestro Pinuccio Pirazzoli. Canta… Plastic Bertrand!
Mah... perché le mie orecchie odono idiomi stranieri?
Fermate tutto, devono aver sbagliato ad inserire l'audiocassetta del playback!
Non siamo mica all'Eurofestival!


Già, casò più unico che rario nella storia del Festival, Plastic Bertrand nel 1982 partecipa alla mostra kermesse canora cantando un pezzo interamente nella sua lingua madre: il francese. E pensare che fior fiore di interpreti stranieri che passarono per l’Ariston furono costretti a corsi intensivi di italiano della De Agostini, quasi sempre con esiti “donluriani” (uno per tutti il grande Louis Armstrong).
Plastic non ci prova nemmeno. D’altra parte perché tradire le sue origini?
Robert Jouret, in arte Plastic, nazionalità belga, era riuscito già nel 1977 in un’impresa titanica: trasformare una canzone in lingua francese (da sempre poco apprezzata fuori dai confini franco-belga-canadesi) in un successo planetario: mi riferisco a Ça plane pour moi, mitico pezzo dalle sonorità punk-new-wave-pop e dal testo deliziosamente non sense.
E siccome una formula vincente non si cambia, per la trasferta italiana del 1982, Bertrand si affida, come già detto, a tre scafati autori di casa nostra, tenendo comunque fede alla sua lingua madre e allo stile a metà tra la filastrocca per bambini e uno scritto dadaista. Ping pong è un indiavolato ed divertente twist dove il rapporto uomo-donna è paragonato a un’estenuante partita al suddetto gioco tanto adorato dai cinesi. Pura poesia metafisica. La canzone, nonostante nessuno (mi ci gioco un occhio!) avesse capito una sola parola, ebbe accesso alla finale classificandosi tredicesima.

Plastic Bertrand è da molti considerato, assolutamente a torto, una meteora. Ma dal 1982 ha sfornato più di 15 album e in molti hanno interpretato cover dei suoi brani più famosi. Consiglio a tutti una visita al suo sito ufficiale.
Tutt’ora molto amato in patria, nel 2002 condusse l’edizione belga di Star Academy (l’equivalente degli Amici di Maria De Filippi, giusto per intenderci).

Una menzione d’onore la merita sicuramente la copertina del 45 giri di "Ping pong": Plastic, spaventosamente rassomigliante a Solange il cartomante, si riposa dopo una partita e intanto si fa una birra (???). Educativo!

3 comments:

Anonymous said...

Plastic Bertrand si chiama Roger e non Robert.
In quegli anni c'era la possibilità di portare a Sanremo canzoni straniere purche' composte da autori italiani. Ping Pong e l'unica in francese tra un gruppetto di canzoni in inglese che hanno usurpato Sanremo tra il 1982 e il 1984. Giova ricordare che anche alcuni artisti stranieri degli anni 60 partecipanti a Sanremo non sono stati capaci di incidere nella nostra lingua la loro versione aldilà del titolo, facendone di fatto una cover (i Minstrel con Se piangi se ridi, Pickett con Deborah e Un'avventura, e altri): onore dunque all'italiano di Paul Anka e di Timi Yuro, e anche a Satchmo, (ciaoooouu... staseiiira soncuìì... sono foulice...) alla cui dolcezza e al cui mito non si puo' rimproverare nulla.
Complimenti per il sito, sono un sanremologo convinto. Mariuccio283. Scrivo anch'io da qualche parte.

Anonymous said...

Io ci andrei piano a dire che le canzoni francesi non avevano successo all'estero, che non erano apprezzate. Fino alla fine degli anni '70 fortunatamente il mercato non era chiuso dal dominio anglosassone che esiste oggi sui media...

Emanuele Lombardini said...

e soprattutto, nel 1982 non c'erano direttori d'orchestra, a Sanremo. Si cantava in playback...