Wednesday, February 27, 2008

Sanremo 2008 - La terza serata ovvero "qualcuno può salvarmi la canzone?!"

Loredana Berté con Spagna: una bomba. Non mi vengono in mente altri termini. Credo di avere avuto un attacco di sindrome di Stendhal vedendole. Si presentano entrambe sul palco con abiti disegnati dalla Bertè. Spagna, con vestito e pelle entrambi lattei e labbrone gonfiatissime, sembra una Bratz appena uscita dalla scatola mentre Loredana, nera dovunque, soprattutto nell'umore, porta ai polsi un paio di manette. L'esibizione è esplosiva e riporta in vita i fasti anni 80 delle due signore della canzone italiana. Che danno il meglio di loro nell'interpretazione. La voce, potentissima, meravigliosa, di una Spagna finalmente di nuovo rock, ingentilisce il brano dove serve, a contrasto con quella di Lory, veramente incazzata ma perfetta come non mai. Brividi. E chi se ne frega se la cantante a fine esibizione improvvisa un non troppo comprensibile rap scritto su un foglietto stropicciato tirato fuori da non ho capito bene dove. Può permettersi di fare qualunque cosa. Il duetto è il primo della serata e il migliore in assoluto. E non fa che aumentare la mia bile per l'esclusione dalla gara del brano. Indimenticabile.

Finley con Belinda: l'attrice e cantante messicana Belinda si presenta sul palco con una mise da rimorchio selvaggio alla festa del liceo, perfetta groupie del baby idol Pedro in tenuta da "wannabe an indie rocker", e stona dalla prima all'ultima nota, senza escluderne una. Di voce ne ha pochissima e decisamente pessima.

Tricarico con il Mago Forest: Tricarico fa l'unica cosa possibile per un potenziale serial killer come lui, ovvero farsi affiancare non da un altro cantante ma dal grande Mago Forest, vestito esattamente come l'interprete, che accompagna l'esibizione mimando un acrobata che tenta restare in equilibrio su una fune di lucine natalizie, nonostante vento ed altri ostacoli cerchino di buttarlo giù. Personalmente l'ho trovato deliziosamente poetico e gradevole in mezzo al ciarpame e ai nomoni stranieri altisonanti a cui sono ricorsi alcuni concorrenti come, tanto per dirne una, la Tatangelo. Originale, coraggioso e controcorrente.

Mietta con I neri per caso: mah... snaturare così tanto il pezzo e costringere Mietta a smorzare il suo stile aggressivo non mi è sembrata una mossa propriamente azzeccata. Però rivedere Ciro che dà la nota d'accordo, quella sì che è stata un'emozione!

Max Gazzé con Marina Rei e Paola Turci: assolutamente l'esibizione migliore della serata, se escludiamo quella della Lory e Ivana. Il terzetto, affiatatissimo perché reduce da una lunga turnè assieme, si presenta in formazione perfetta: alla chitarra la Turci, Gazzè al basso e la Rei alla batteria (finalmente! Lei è un'ottima batterista e percussionista ma da troppo tempo non lo ricordava al pubblico!). Quanto sia complesso musicalmente il pezzo l'ho già detto nei post precedenti (8 cambi di tonalità... sti cazzi) e infatti Max qualche piccolo problema interpretativo ce l'aveva avuto il primo giorno. Stavolta l'esecuzione è impeccabile; le tre voci si armonizzano perfettamente e Gazzè corregge anche l'unica nota veramente stonata del brano, ovvero quel suono telefonico d'attesa ad inizio canzone, che ricrea facendo suonare a vuoto una corda del basso. Semplicemente perfetto.

Fabrizio Moro con Gaetano Curreri: oh-santo-cielo.

Cammariere con Gal Costa: e che potevamo aspettarci da Cammariere se non che si presentasse con un monumento vivente alla bossa nova, probabilmente la musica più elegante, ninimale e lenta che esista? Non so voi ma tutta questa raffinatezza mi ha dato da come un senso di inadeguatezza. Vado a mettermi un abito vintage di Dior per sentirmi all'altezza...

Frankie Hi Nrg MC con Simone Cristicchi: Cristicchi si presenta in cosplay da Enrico Ruggeri ai tempi dei Decibel dopo un trattamento intensivo di Crescina, con completo e pesante montatura degli occhiali entrambi bianchi, mentre Frankie in elengante completo nero. Al centro del palco è posizionata una grande scacchiera, alla quale i due simuleranno un duello di bergmaniana memoria durante l'esibizione. Cristicchi, lontano da pazzi e manicomi, è divertente e divertito nel duettare con l'amico. E l'esibizione è forse la seconda migliore della serata.

Tiromancino con Stefano Di Battista: Zampaglione stasera fa il super simpa della compa e dialoga lungamente con Pippo e Piero. E probabilmente si porta dietro il sassofonista Stefano Di Battista, sempre e comunque bravissimo, per non ingombrare il palco già affollato da sè stesso medesimo e dal suo obesissimo ego.

Eugenio Bennato e Pietra Montecorvino: la Montecorvino, compagna di Bennato anche nella vita, compare inguainata in vestito rubato dall'armadio della Bertè e via libera a quel tripudio di catarro che è la sua voce!

Mario con i Denovo: nulla de novo, e perdonatemi il gioco di parole. Hanno suonato insieme per 12 anni, pertanto è normale che l'intesa sia pefetta. Venuti si divide le parti vocali con Luca Madonia, esattamente come ai vecchi tempi, e il brano ne risente positivamente.

L'Aura con i Rezophonic: la giovane cantautrice gioca una carte vincente portando sul palco parte di questo collettivo di musicisti nato per raccogliere fondi a favore dell'Amref. Per chi non gli avesse riconosciuti tutti eccovi l'elenco: Marco Cocci (attore e cantante dei Malfunk), Cristina Scabbia (cantante dei Lacuna Coil), Marco "Garrincha" Castellani (il dinoccolato bassista delle Vibrazioni), Floriano Bocchino, (pianista di L'Aura), Andy dei Bluventigo (uno dei miei idoli personali), Marco Trentacoste (Deasonika) e Mario Riso (batterista e fondatore del progetto). L'effetto "We are the world" è dietro l'angolo ed effettivamente fa capolino più d'una volta, ma la potente voce della Scabbia e il sax del grandissimo Andy sdrammatizzano abbastanza.

Grignani con i Nomadi: le sonorità country rock del pezzo calzano talmente bene ai Nomadi da far sembrare Grignani l'ospite sul palco. Il gruppo ci sguazza così tanto che il tastierista Beppe Carletti si spara pure un assolo all'organo Hammond che manco Rey Manzarek! E il brano di Grignani sembra già un classico anni 70. Impagabili!

Anna Tatangelo con Michael Bolton: la Tatangelo si presenta sul palco con lo stesso abito che Jenna Jameson indossava alla consegna degli Oscar del porno a Las Vegas, prendendo il palco dell'Ariston per un mignottodromo. Che dire di Bolton: un mercenario professionista... Mercenario ma pieno di classe. Compare vestito come se fosse uscito un attimo di casa per comprare le uova, si spara la sua parte in maniera impeccabile, facendoci apprezzare al massimo ogni sfumatura della sua pastosa voce, e se ne va. E cantata in inglese, occultando l'incomprensibile e orrido testo, la canzone riesce a sembrare quasi ascoltabile.

Paolo Meneguzzi con Tony Hadley: ora mi è tutto chiaro: gli Spandau si sono sciolti perché Tony Hadley si mangiò gli altri componenti! Avrete ormai capito che sono, e sempiternamente sarò, una "duraniana" sfegatata, però mi è sempre piaciuta la voce Hadley, che tutt'ora è splendida. Ma stasera non riesce a darne prova e non certo per colpa sua: Meneguzzi gli lascia poco spazio e le parole in italiano gli creano non pochi problemi. Un'occasione sprecata.

Little Tony con Gipsy Kings Family: insopportabili. I Gipsy Kings riescono a rendere identica qualunque canzone interpretino. Ci sono pure le ballerine di flamenco tardone che ammiccano a Little, contribuendo a rendere il palco una sorta di circolo ricreativo per la terza età. Terribili.

Amedeo Minghi con Giulia De Donno e Stefania Cuneo: versiona acustica del pezzo per il Maestro, che fa il suo ingresso sul palco con una giacchetta da college inglese di due taglie più piccola. Porta con sé un'arpista ed una pianista, forse per trovare qualcosa che distragga pubblico e giuria dalle deliranti strofe scioglilingua della sua canzone.

Giò Di Tonno e Lola Ponce con i Los Vivancos: oh, un po' di petto nudo piace sempre a grandi e piccini. Se poi il petto e avvitato sulle tornite gambe di un gruppo di giovani ballerini di tango argentino, lo share s'impenna!

Michele Zarrillo con Paolo e Chiara: e le due sorelle Iezzi compirono il miracolo! Zarrillo osa l'abbinamento ardito e viene premiato: le tre voci assieme si sposano alla perfezione e il pezzo migliora in maniera esponenziale.

Toto Cutugno e Annalisa Minetti: Toto richiama la pupilla Minetti, con la quale aveva già duettato al Festival nel 2005. C'è solo un problema: la tonalità della canzone è sbagliata per la cantante, che nella strofa si vede costretta ad imitare la Bertè mentre nel ritornella improvvisa urletti ad ultrasuoni percepibili solo dai cani.

4 comments:

Anonymous said...

Bellissimi i tuoi commenti, soprattutto quelli sulla Tatangelo abbagasciata e su Toto! Ho riso da pazzi! Grandi Gazzè, la Turci e la Rei. Belli e bravi.

Anonymous said...

ma l'inciso " Toto richiama l'antica pupilla MInetti" è una svista?
Ad Minkiam.

Missrettore said...

è una svista, ma fatta con un certo pensiero dietro, così come la stessa parola "svista"...

Anonymous said...

Miss rettore, sei geniale.
Ad Minkiam