Tuesday, February 26, 2008

Sanremo 2008 - La seconda serata

Superato l'incomprensibile siparietto con il commissario Rex (sarebbe una delle trovate per ridare ritmo al festival dopo il flop della prima serata? Complimenti a Del Noce...) si comincia con la gara. Da segnalare che i tempi tra un cantante e l'altro, grazie al cielo, sono stati leggermente compressi.

Mario Venuti - A ferro e fuoco: la prima cosa che salta all'orecchio è il bel testo, che parla d'amore come di un'epopea cavalleresca. Il pezzo è gradevole, senza particolari guizzi musicali e canori. Normale amministrazione per Venuti.

Amedeo Minghi - Cammina cammina: Amedeo "the Master" fa il suo ingresso sul palco con il giubbetto di pelle very skinny rubato a Lenny Kravitz la sera prima e ci presenta questo curioso brano. Curioso perché, e nessuno se ne spiega bene il motivo, le strofe sono talmente tanto fitte di parole che per poterle cantare tutte in tempo, il maestro le interpreta alla maniera di uno scioglilingua, perdendosi, di tanto in tanto, qualche vocale e qualche consonante per strada. La cosa è tanto marcata che Elio e le storie tese ne faranno anche la parodia al Dopofestival! A parte questo Minghi è un altro che ripropone pressochè dai tempi di Serenella - 1950 sempre lo stesso brano e questo non sfugge alla ferrea regola.
Inossidabile ed inscalfibile come l'acciaio inox dei coltella Miracle blade.

La scelta - Il nostro tempo: ma secondo voi cosa posso pensare di un gruppo che ha scritto un pezzo che dice "E mi sento un africano metropolitano, con gli occhi da orientale e il cuore di chi sa che andrà lontano", se non tutto il male possibile? E per sottolienare quanto siano per davvero una cifra un casino proprio tanto cittadini del mondo, portano sul palco pure la violinista giapponese truccata e vestita da geisha. Cosa volevano, che il pubblico li tirasse pure le monetine? Pessimi. E quindi qualificati.

Giò Di Tonno e Lola Ponce - Colpo di fulmine: la scoperta più interessante che ho fatto ascoltando questo brano è che Giò Di Tonno è veramente alto! Più alto di Pippo la pertica! L'ho sempre visto curvo con la gobba di gomma piuma... vabbè, concentriamoci sul pezzo.
Probabilmente il brano più orecchiabile di questa edizione. Una macchina da guerra per la vittoria. Nel momento più intenso del pezzo si prendono per mano e accennano anche una piccola, studiatissima mossetta, abbracciandosi e sfiorando l'uno il viso dell'altra, teneramente... ops, credo mi si sia cariata pure un'otturazione.
Sono intonati, sono belli, hanno un pezzo scritto dalla Nannini e da stasera anche il podio assicurato.

Sonohra - L'amore: eccoli! Aspettavo la loro comparsa con trepidante ansia! Quelli che sono stati definiti la risposta italiana ai Tokio Hotel! Beh, effettivamente sono parruccati mica da ridere: uno con capelli lunghi fino alle spalle platinatissimi e l'altro con la capigliatura e la mesciatura di George Michael ai tempi degli Wham. Ero talmente ipnotizzata dal parrucco che non mi sono particolarmente concentrata sul pezzo nel primo minuto. Quando ho smesso di fissare le meches di uno dei due (ma erano anche lampadati di brutto o sbaglio?) mi sono ritrovata al cospetto di Paola e Chiara prima maniera. Terribili. E sono tornata a fissare le meches, che ovviamente si sono qualificate.

Gianluca Grignani - Cammina nel sole: la dieta gli ha fatto bene pure alle corde vocali perché riesco perfino a comprendere qualche parola cantata.

Jacopo Troiani - Ho bisogno di sentirmi dire ti voglio bene: il più giovane partecipante del festival (17 anni), nonostante l'età risponde in maniera forbitissima alle domande stupide di Pippo e al termine del pezzo dice a pubblico "Vi ringrazio di cuore". Io ringrazio di cuore che il pezzo sia durato poco. Ovviamente qualificato.

Mietta - Baciami adesso: il pezzo non è male, con un bell'arrangiamento rocchettaro e Mietta finalmente si riappropria di una dimensione a lei più consona dopo le agghiaccianti derive da telenovelas di Cuore, cantata in coppia con Morris Albert.

Rosario Morisco - Signorsì: Giusto perché è severamente vietato influenzare le giurie prima dell'ascolto della canzone, Pippo si limita a dire che Morisco è un militare dell'esercito che ha partecipato a numerose missioni di pace nei posti più sfigati del mondo, che ha aiutato tante gente, che ha visto tanta sofferenza e che la canzone è stata scritta a Kabul. E per rendere il tutto più credibile, il cantante indossa per l'occasione pure una camicia in stile militare glamour. La canzone, che tratta di amore sotto le bombe, è assolutamente inascoltabile ma avrei giurato che si qualificasse. E invece viene rispedito a Kabul a calci nel sedere.

Loredana Bertè - Musica e parole: si presenta in cosplay da Barbie magia dei sabba a Satana e, dopo aver farfugliato qualcosa di incomprensibile a Pippo comincia il Loryshow. Io la venererei pure se cantasse il bugiardino del Moment, ma la canzone, incazzosissima, rock rock rock, con un testo ridotto a 5 parole in totale (ettecredo, se l'è scritto da sola!) ma squisitamente surreale, è travolgente. Mai come stavolta la sua interpretazione allucinata fu più azzeccata. Quando a metà pezzo ha cominciato a frugarsi in tasca, temevo tirasse fuori una rivoltella e sparasse al pubblico, in un tripudio glamour/grandguignolesco degno del Fantasma del palcoscenico di Brian De Palma. Da antologia il dopo canzone, dove prima si lamenta con Pippo del fatto che i cantanti vengano trattati come fenomeni da baraccone e poi racconta di aver cucito le stessa parte della sua discretissima mise nella notte, smontando i cuscini del letto della sua camera d'albergo! Lory, WE LOVE YOU!

Little Tony - Non finisce qui: si presenta sul palco vestito da petroliere texano e come tale porta con sé l'intera famiglia. Quella merda di Chiambretti, prima della canzone, gli fa pure una pessima battuta sul cuore... La sua è una ballata folk rock ricca di riferimenti autobiografici e l'ombra dell'infarto che ebbe poco meno di un anno fa è ancora percepibile, non solo nel testo; la voce di Little è più stanca del solito ma lui porta comunque splendidamente i suoi quasi 70 anni.
Personalmente ho apprezzato moltissimo questo Little Tony malinconico e misurato. Ci tengo segnalare che questo sia uno dei pochi brani che abbia un vero e proprio, canonico, sacrosanto, rassicuarante, troppo spesso dimenticato, assolo di chitarra elettrica, realizzato dallo stesso fratello del cantante.

Oh finalmente ecco i Duran, gli unici ospiti stranieri di quest'anno che mi interessano, da sempre uno dei miei gruppi favoriti. Ma come fa John Taylor ad essere sempre così dannatamente bello?!
Scusate, la divagazione... ecco che ricomicnai la gara!

Ariel - Ribelle: una tamarra uscita un attimo dalla discoteca di fianco all'Ariston per cantare la sua canzone e poi tornare sul cubo a dimenarsi al ritmo di Gabry Ponte. Chiambretti la presenta come una interprete arrivata dal jazz, ma la sua voce nasalissima, abbastanza sgradevole all'udito, mi fa pensare cha questa il jazz non sappia manco cosa sia. Al massimo il pezzo ricorda vagamente quelli di Alexia nel suo periodo più truzzo, ma le doti vocali dell'adorabile nanetta ligure erano ben altre. Qualificata.

Tiromancino - Il rubacuori: Ma Zampaglione aveva mal di gola? Canta sussurrando, quasi avesse paura di alzare troppo la voce. E trasuda antipatia da tutti i pori. Però la sua canzone ha un bel testo. Furbissimo e paraculo, ma molto apprezzabile. E il fatto che, prima dell'esecuzione, Chiambretti ricordi che la EMI abbia rotto il contratto con i Tiromancino perché fortemente contraria a questo pezzo a casusa dell'argomento, non fa che rincarare la dose di paraculaggine. Pare che la EMI, nella storia di un tagliatore di teste che licenzia senza rimorsi i dipendenti di un'azienda, ci abbia visto troppi riferimenti al mondo discografico (con esattezza parliamo del verso "Tanto a me della musica non mi frega più niente, seguo un’altra politica, sono dirigente") e non abbia gradito affatto. La canzone è musicalmente semplice, scarna, minimale ancor più delle già minimali canzoni di Zampaglione. Non so se questo brano possa vincere, ma sicuramente si piazzerà molto bene.

Finley - Ricordi: spiazzano tutti (ma chi???) presentando una ballata lenta e poco fracassona abbastanza distante dai loro standard. Pedro, il cantante (dai, ricordiamo i nomi di tutti che meritano: Pedro, Ka, Ste, Dani), pensando di fare cosa buona e giusta, urla nel microfono come un rappresentante d'istituto ad una manifestazione studentesca e stona ogni singola nota. In compenso il chitarrista Ka, riesce a fare un controcanto ancor più a cazzo.
Il fatto che siano giovani non può giustificare la pessima performance (Jacopo Troiani è molto più giovane di loro e, quantomeno, ha fatto un'esecuzione pulitissima), ma sicuramente giustificherà la marea di voti che pioverà su di loro.

Francesco Rapetti - Come un'amante: no, il figlio di Mogol noooooo! Ma fatemi il piacere!

Sergio Cammariere - L'amore non si spiega: e manco la presenza di Cammariere al Festival. Oh, è così raffinato, così colto, così elegante, così misurato, osannato dalla critica: perché il nostro cantautore di porcellana fabergé persevera con questo suo malsano cercare l'approvazione della platea festivaliera, notoriamente composta da organismi unicellulari? Il pezzo non è bello come Tutto quello che un uomo e l'interpretazione un po' sporca (nel dopofestival lo stesso Cammariera di scuserà col pubblico dicendo che era molto emozionato... che uomo di classe, che charme!), ma resta comunque di una qualità molto superiore alla media.

Valeria Vaglio - Ore ed ore: l'unica nuova proposta vagamente sopra la sufficienza. È l'ultima a cantare, intorno a mezzanotte e mezza, e cinque minuti dopo viene eliminata. Se questa non è sfiga...

6 comments:

annucci said...

ciao!
Adoro il tuo blog, d'ora in poi sarà l'unico motivo che mi spingerà ad attendere Sanremo con ansia!

Anonymous said...

Bisogna dire anche che tutto quello che la truzzissima Ariel perde in capacità canore lo recupera in presenza scenica... è una topa come da tempo non se ne vedevano sul palco dell'Ariston, cosa che gli ottuagenari delle giurie non potevano non apprezzare.
Grandissima Lola Bertè, irresistibile mina vagante capace di far tremare tutta Sanremo, dagli autori ai conduttori al personale dell'albergo... secondo la scaletta originale della serata doveva cantare per ultima, poi sembra abbia fatto una piazzata terrificante ottenendo di cantare come ultima sì, ma del primo blocco. A spese di Sergio Cammeriere, che è troppo educato (e forse troppo fisicamente impaurito) per replicare.
Missrettore, metti in campo la tua autorevolezza festivaliera per organizzare un duetto Bertè-Tricarico prima che uno dei due finisca in qualche manicomio criminale!

Anonymous said...

Scusate, vengo ora a sapere che la vittima sacrificale delle ire di Loredana non è stata Cammariere, ma Little Tony... che ormai comunque ha una certa e sicuramente avrebbe avuto la peggio in un eventuale celebrity death match con la Bertè.

WebmasterMascherato said...

grande betty, appena finisce sanremo dedico un post al tuo blog !

Missrettore said...

Grazie a tutti quanti per i bei complimenti e i commenti!
Per sdebitarmi vi mando in regalo a tutti quanti un cd dei Sonohra!!!!!!

Anonymous said...

Vorrei spezzare una lancia per i Finley, sulla loro testa pero'.
Non posso sopportare questo rockettino scipito e sciampistico e quelle facce da parrocchiani in gita che portano in giro per lo stivale.
Perchè non si infilano su un bedford giallo e non si buttano, con tutta la strumentazione, giu' da un viadotto?