Saturday, February 19, 2011

Sanremo 2011 - Chiamami ancora amore al costo di 0,75 euro IVA inclusa.

E con questo do lo STOP ALLE TELEFONATE perché il terzetto finalista parla da solo.
D'altra parte, come segnalato per legge ogni sera dai conduttori prima dell'apertura del televoto "Al momento, non è stato possibile adottare strumenti tecnici in grado di prevenire l’eventuale abuso di televoto da parte di call center ed operatori specializzati".
Insomma, ci truffano ma prima ci avvisano.
Probabilmente è la cosa più onesta mai sentita in Italia negli ultimi vent'anni.

Sanremo 2011 - È ufficiale: Vecchioni sostituirà Belen negli spot Tim.

Chiamami ancora amore.
Mi maledico per non aver colto prima il messaggio subliminale contenuto nel ritornello del brano di Vecchioni, che assimiliato di serata in serata ha fatto cadere tutti gli spettatori in una trance di pochi secondi utili a comporre il suo numerino per il televoto.
Non c'è altra spiegazione al fatto che sia lui al momento a guidare la classifica, notizia sfuggita per errore allo sciagurato Sebastian Marcolin, direttore della divisione Digital Extension Executive di Rai Trade (non chiedetemi cosa si celi sotto questo nome; presumibilmente un phone center di quelli dove vanno a telefonare alle famiglie rumeni e nigeriani).
E io che avevo travisato completamente il significato del brano pensando che narrasse l'intensa storia di un vecchio porco che si spende tutta la pensione telefonando alle hot line erotiche!
E in tutto questo Beppe Vessicchio, che ruolo ha, lui, amico degli Amici, ex superfavoriti per la vittoria qui in veste di direttore d'orchestra del Vecchioni? Sarà vera la voce che nella barba nasconda una capsula di cianuro da ingerire in caso di vittoria del cantautore? Oppure anche per lui varrà la regola tutta italiana secondo la quale gli eventuali conflitti d'interesse possono essere opportunità e non impedimenti?
Attendiamo questo gran finale tanto quanto la fine delle esibizioni di Patty Pravo e Al Bano messe assieme!

Thursday, February 17, 2011

Sanremo 2011 - O Remo o morte

Guardare questa terza serata del festival equivale ad ascoltare in loop per tre ore di fila Italia amore mio di Pupo ed Emanuele Filiberto. Un'esperienza di pre-morte che io ancora non mi sento pronta ad affrontare.
Però fatemi sapere se Morandi riuscirà entro fine puntata a far riannettere Nizza al nostro paese.

La gara riprende dopo le 23.30 e stasera, se possibile, il panorama della sezione Giovani è ancora più desolante.
Vanno in scena la minorenne di turno dall'esibizione a rischio perché vicino alla mezzanotte come vuole il coprifuoco a la moda di Teheran, un ritardatario alle selezioni dei Carramba Boys, un duo di deficienti col nome di un'agenzia di scommesse ippiche e un femminiello coi capelli a tazza.

Micaela - Fuoco e cenere
: fuoco e cenere, vento e polvere, bene e male, tutto e niente. Bianco e nero? Destra e sinistra? Cono e coppetta? Paola e Chiara? Coca Cola e aspirina.


Roberto Amadè - Come pioggia: più che cantare si limita a soffiare nel microfono le parole, regalandoci sorrisi sbiechi e occhiate languide come un Grignani qualunque, al quale per altro assomiglia molto, ma col valore aggiunto della tipica smorfia di uno che si sta sforzando seduto sul cesso, l'unico posto dove, per altro, si può andare dopo averlo sentito.

Btwins - Mi rubi l'amore: quando i Sonohra incontrano il parrucchiere dei Jonas Brothers e capisci che l'armageddon è drammaticamente vicino.

Marco Menichini - Tra tegole e cielo: dopo essere stato scartato sia ad Amici che ad X-Factor, il piccolo Marco trova finalmente un posto libero in quell'ANFFAS della musica italiana che il Festival di Sanremo. E udendo la memorabile strofa "Venne la neve, leggera e assordante, col dito sul vetro a dipingere un'età" mi viene un fortissimo desiderio di prenderla io una tegola, ma in testa.

Passano il turno Micaela, che naturalemente non può presentarsi sul palco a ricevere di persona la notizia perché la carrozza nel frattempo si era ritrasformata in zucca, e l'insulso Amadè.

Tempo di due ripescaggi anche per i BIG e prevedibile anche qui il verdetto deciso tramite televoto: tornano in gara la Tatangelo
e Al Bano, ritardando così la liberazione di Amanda.

Per la cronaca, pare che la Francia ci ridarà Nizza. Perché le facciamo troppa pena.

Wednesday, February 16, 2011

Sanremo 2011 - Per chi non l'avesse capito, gli abiti della Canalis sono di Pucci.

L'abito della Canalis è di Pucci.
Dopo questa spiazzante informazione il Festival non sarà più lo stesso. Almeno credo fosse questa l'intenzione deglia autori, vista la spasmodica enfasi messa da Morandi nel fare ad ogni ingresso della ragazza la fatidica domanda, per la verità posta sempre in forma di "completa la frase" a un bambino ritardato: "Eli, e il tuo abito è di?...". Così come spasmodica è l'attesa generata dall'ogni volta evidente incertezza della Canalis nel rispondere "Ehhhh... sono di... Pu...Pucci". Pochi secondi ma al cardiopalma, insomma.
Tentando di dare un po' di tregua alle mie provate coronarie dopo cotante emozioni passiamo al contorno canoro.
Non mi soffermerò sulle esibizioni 2.0 dei big in gara perché non modificherei una sola delle parole scritte nel post precedente. Modificare i giudizi no, ma posso invece aggiungere qualcosa: è tutta la notte, infatti, che penso a cosa mi ricordi la canzone dei
Modà con Emma/Emma con i Modà/I Modà e Emma/Emma e i Modà: è un plagio di Vieni da me delle Vibrazioni. Ma glielo perdono perché è troppo bello ascoltare dal presentatore di turno l'enunciazione della formazione del team di autori che hanno composto cotanta fotocopia, Silveste-Zapparoli-Palmosi, tanto che intendo registrarla e metterla come suoneria del cellulare.
LE NOTE SONO 7 - PARTE SECONDA: lo so, già molti hanno gridato allo scandalo per il brano di Madonia e Battiato, costruito unendo l'intro di Sentimento nuevo, presa paro paro, a Segnali di vita, entrambi successi del cantautore catanese. Ma l'autoplagio a Sanremo non è un reato, anzi, solitamente c'è in ballo almeno il terzo posto per una cosa del genere (anche se non credo sia questo il caso...).
LE NOTE SONO 7 - PARTE TERZA: provate a cantare Per un amico in più di Cocciante sul ritornello di Bastardo della Tatangelo. Modestamente anch'io sono un po' bastarda.
Vale la pena spendere almeno una parola per l'ospite straniero di turno, un patetico Andy Garcia, talmente bolso da far nascere il sospetto che l'odiato Fidel Castro non si veda più in pubblico perché da tempo impegnato a far lavorare i succhi gastrici dell'attore. Il duetto con Morandi che segue all'intervista dovrebbe evocare le atmosfere di Buena Vista Social Club ma, nonostante l'età ci sia, finisce per assomigliare alla cover di un brutto jingle di uno spot del Bacardi Mojito cantata a un corso serale di salsa per tardone.

Ma veniamo all'evento clou della serata: le esibizioni dei primi 4 Giovani talenti da dimenticare di questa edizione 2011.
Serena Abrami - Lontano da tutto: dimenticata e dimenticabile partecipante della seconda edizione di X-Factor, Serena presenta una ballade, dimenticabile anch'essa, dalla sonorità minimali e velatamente folk scritta per lei da Niccolò Fabi. E spero siano altrettando dimenticabili in fretta anche le sue stonature.

Anansi - Il sole dentro: eccolo, Anansi, il rastamanno lindo, perché portare avanti l'utopia di Zion non significa rinunciare alla cura dell'igiene personale: lui i dreadlock li lava tutti i giorni con lo shampoo Ultra Dolce di Garnier alla camomilla e fiori d'arancio e i joint saranno anche buoni ma quanto impuzzano i vestiti signora mia! Patetico ed imbarazzante. Da spedire in Giamaica a calci nel culo, così magari scopre anche dove sia.
Gabriella Ferrone - Un pezzo d'estate: le Lollipop erano in quattro e non ne facevano una. La Ferrone è una ma ne fa quattro. E non so se sia un complimento.
Raphael Gualazzi - Follia d'amore: non è che adesso un diploma del conservatorio autorizza chiunque a credersi Paolo Conte. Grazie Gualazzi, la richiamiamo noi eh.

Tra i giovani virgulti vengono prevedibilmente eliminati Anansi e la Ferrone.
Altrettanto prevedibili le eliminazioni eccellenti di Al Bano e della salma della Pravo. Amanda ora è davvero libera. E noi con lei.

Tuesday, February 15, 2011

Sanremo 2011 - Va nel Vietnam e spara ai vietcong. E se ti avanza un colpo pure a me.

Giusy Ferreri - Il mare immenso: stavolta più che dalle parti di Amy Winehouse siamo nella sala d'attesa di un otorino laringoiatra. La voce di Giusy qui sembra un inquietante esperimento di fusione tra quella di Mietta e i suoni gutturali di Don Zauker.
Quel poco che resta è un brano dall'arrangiamento e dal testo discretamente sanremesi. Peccato che per capirici qualcosa sarà necessario attendere la versione discografica corretta con Auto-tune.

Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario - Fino in fondo: ecco che come ogni anno giunge sul palco la coppia multietnica di turno. Peccato solo che il colpo d'occhio non sia gradevole come nel caso di Giò di Tonno e Lola Ponce ma soprattutto che la canzone non sia una scaltra composizione di Gianna Nannini ma solo una cortisonica accozzaglia di note dello stesso Barbarossa. Non siamo dalle parti del brutto, siamo fino al collo nell'insensato e nell'inspiegabile, ovvero qualcuno mi spiega perché Barbarossa canta ancora? O anche solo, perché canta?

Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore: mi prendo la responsabilità di dire a Vecchioni una cosa che qualcuno avrebbe dovuto dirgli da tempo: Roberto, non sei Guccini, non sei Lolli nè tantomeno Jannacci. Finiscila dai.

Anna Tatangelo - Bastardo: Anna prende le distanze dallo stile "cubista da discoteca di Timisoara" di per un più sobrio "Oxa 1979", che per la verità le dona pure molto (e non sapete quanto mi secchi ammettere questa cosa), intonando un brano degno di una Marcella Bella di qualche anno fa, che già in tempi non sospetti gridò alla platea sanremese la sua masochistica passione per l'uomo bastardo.

La Crus - Io confesso: tocca a loro l'annoso ruolo della porcellana di Limoges di questo festival, con le loro raffinate sonorità, che in questa occasione hanno tinte deliziosamente vintage. E se anche Giovanardi è gonfio come Cesare Cremonini, la sua voce è dalle parti di Tenco. E il brano è semplicemente bello. Tutto qui.

Max Pezzali - Il mio secondo tempo: più che il mio secondo tempo qui si tratta di essere fuori tempo massimo. Il Jolly Blue ha chiuso da un pezzo, Max. E stavolta non c'è manco Mauro Repetto a distrarci con i suoi balletti da tarantolato.

Davide Van de Sfroos - Yanez: si parla di Yanez e Sandokan ma la sola cosa marinara che mi ispira la canzone è l'odore di frittura mista alla sagra di Lerici, l'unico posto dove Van Des Sfroos meriterebbe di suonare a vita.

Anna Oxa - La mia anima d'uomo: no scusate, me è impossibile stare attenti alla canzone quando sul palco c'è una comparsa di Tron Legacy che si dimena! Look discutibile a parte, com'è nello stile della Oxa dalla notte dei tempi, la sua voce resta una delle più affascinanti e potenti del panorama italo-albanese.

Francesco Tricarico - 3 colori: nonostante due edizioni di Sanremo non proprio indimenticabili alle spalle, il caso umano scappa ancora una volta dalla comunità e ci riprova, buttandola stavolta sul patriottismo. Non fraintendetemi, basta leggere i miei post passati per sapere quanto io apprezzi Tricarico e il suo stralunato stile, ma stavolta oltre alle immancabili stonature, suo marchio di fabbrica, è proprio l'intero pezzo ad essere completamente stonato rispetto al resto della produzione del cantautore.

Modà con Emma - Arriverà: o Emma con i Modà, o i Modà e Emma o, ancora meglio, Emma e i Modà, tanto subdola quanto goffa manovra per tentare di distogliere l'attenzione ed allontanare eventuali polemiche da lei, Emma Marrone, ennesima figlia di Maria, protettrice di tutti i co.co.Pro, pronta a far fare secondo e terzo turno ai lavoratori precari dei call center nella serata di sabato.
Per la verità siamo musicalmente abbastanza lontani dai Carta e dagli Scanu, con un brano dalle decise sonorità anni 60, che, per quanto non si possa parlare certo di bellezza, non è il peggiore ascoltato stasera.

Luca Madonia con Franco Battiato - L'alieno: dopo 2 minuti di brano una domanda sorge spontanea: dove minchia è Battiato??? Ah cazzo, ma è quello che fa il noise di fondo dall'inizio della canzone!!!!! Beh, nonostante il suo contributo si riduca a poche parole, portarsi Franco sul palco fa sempre chic e non impegna. Ed è certamente un tantino meno brutto di Sgalambro.
Il brano è scritto dallo stesso Madonia ma sprizza battianesimo da ogni nota e parola, mancano solo i dervisci rotanti sul palco.
Un pezzo raffinato ma orecchiabile. E Madonia è sempre pieno di classe.

Patty Pravo - Il vento e le rose: la faccia di Califano sulla quale hanno montato i capelli di Barbara Alberti e il corpo di Rita Levi Montalcini, vestito compreso. Ecco cos'è diventata la Pravo. Potre dire tante tante tante cose ma le sue stonature sono fatte con tanto sentimento che non mi sento di aggiungere altro. E poi non credo sappesse nemmeno bene dove si trovasse durante l'esibizione...

Nathalie - Vivo sospesa: che piaccia o no il pezzo (a me non piace, sarò sincera), è certamente coraggiosa la piccola Nathalie a interpretare qualcosa di così poco sanremese, rispetto ai miracolati dai reality che l'hanno preceduta nelle scorse edizioni, tutti pronti a far vibrare l'ugola con la canzonetta facile composta con Garage Band e i fogliettini dei Baci Perugina. Vivo sospesa è un brano dalla melodia complicata e la sua voce tradisce più di un'incertezza durante l'esibizione. Ma di sporcature ne abbiamo sentite a iosa e le sue almeno hanno un certo fascino.

Al Bano - Amanda è libera: eccolo, il pilone di cemento armato del melodico nostrano! Quando tempo fa lessi il titolo del brano, un fremito di piacere perverso mi attraversò il corpo: una canzone su Amanda Knox! Albano raccoglie la scomoda eredità di Povia! Immaginatevi la delusione nello scoprire che in realtà la canzone tratta sì di un fatto di cronaca, ma troppo sfigato pure per il Corrierino di Cellino San Marco. E per altro confusamente raccontato da un pezzo infarcito dalla prima all'ultima nota da tentativi di vituosismi vocali più adatti al Carrisi che fu, non a questo barilotto naniforme impossibilitato ad allacciarsi i bottoni della giacca causa trippa in eccesso.
Sul tema trattato, Al Bano ha detto in una recente intervista "A me è sempre piaciuto raccontare il sociale". Qui l'unica cosa di sociale di cui ci sarebbe bisogno è un assistente. Per noi, a fine esibizione.

Beffardo fu il destino, travestito da giuria demoscopica, che elimina le due Anna, Tatangelo e Oxa, che pur mancando di una travolgente carica di simpatia e un brano decente sono state tra le voci più pulite della serata.
Passa il turno pure la mummia della Pravo, tra i fischi della platea e le frase fuori luogo del Morandi (che fino a quel momento non si era espresso in pareri personali) "Sono tanto tanto contento per lei". A questo punto mi auspico che arrivi fino alla serata dei duetti di venerdì per esibirsi a sorpresa assieme alla salma trafugata di Mike.

Sanremo 2011 - C'era un ragazzo che come me amava Povia e Van de Sfroos

Lo confesso. Io, devota a San Remo più di Paolo Brosio alla Madonna, quest'anno volevo farlo; volevo boicottare il Festival. Sono molteplici i motivi che mi hanno indotto a questa estrema riflessione, motivi di ordine, morale, culturale, etico. Il motivo etico: quest'anno non c'è Povia e privata della sua sintesi tra Ci son due coccodrilli e una puntata di Verissimo la mia pancia si sente vuota come quella di un bambino del Darfur tanto amato dal nostro artista. Il motivo culturale: il martedì su Italia1 va in onda il mio programma preferito, Mistero, sì proprio quello nel quale Raz Degan commenta in esperanto i filmati di youtube spacciandoli per testimonianze esclusive sottratte da Daniele Bossari alla CIA. Ma per stavolta posso sopperire, visto che Patty Pravo sta chiaramente mutando in un chupacabras. Il motivo etico: siamo all'eresia iconoclastica. Un Sanremo con due vallette more!!!!! No dico, stiamo scherzando? E poi non lamentatevi se l'Italia va male e la Fiat vuole spostarsi in America, ok?
Intanto nel primo break pubblicitario di questa edizione si sono già visti uno in fila all'altro lo spot della Tim con Belen, quello della Canalis per Lancia e George Clooney nel tombino di Fastweb. Non mi stupirei se Fabrizio Corona, ancora mancante all'appello, si esibisse nel corso della serata in un reading del suo primo romanzo giallo da poco pubblicato, con protagonista un paparazzo detective dal meraviglioso nome Nick Zaro. Business is businnes, baby. E Sanremo è Sanremo. Che lo spettacolo abbia inizio.