Tuesday, July 24, 2007

Le figlie del vento – Sugli sugli bane bane (1973)

"Sugli sugli bane bane, tu miscugli le banane, le miscugli in salsa verde, chi le mangia nulla perde."

Quale recondito significato si nasconde dietro a queste parole? Forse un inno satanico da ascoltare al contrario? Le banane sono una metafora peccaminosa? E nella salsa verde l’aglio ci vuole o no?
Bingo! Di cucina si tratta, infatti. Come ci svelano nella strofa successiva Le figli del vento, il "sugli sugli" è una ricetta (allucinogena) tipica dell’isola di Bali, un piattino macrobiotico leggero leggero tanto che “lo mangia volentieri anche chi ha già mangiato” (quindi questo esclude l’aglio dalla ricetta) e che, per giunta, porta bene. Come le lenticchie, insomma.

Sugli sugli bane bane
tu miscugli le banane,
le miscugli in salsa verde
chi le mangia nulla perde.

Chi le lascia lascia il gatto
ma dev'essere un po' matto,
lo diceva un livornese
che tornò da quel paese.
Questa è la filastrocca
dell'isola di Bali,
la raccontava sempre
un vecchio marinaio.
Diceva: "Sugli sugli
è un piatto prelibato,
lo mangia volentieri
anche chi ha già mangiato".
Diceva: "Sugli sugli se impari a cucinare,
in fronte la fortuna
presto ti bacierà"

Le Figlie del vento, gruppo tutto al femminile formatosi a Milano, portarono questo delirio psichedelico sul palco dell’Ariston dopo un’overdose da Alca Seltzer.
Ripensandoci avrebbero fatto meglio a cantare le lodi a Satana perché almeno avrebbero avuto qualche chance in più: il gruppo venne impietosamente eliminato alla prima serata.
A riprova dei disturbi alimentari che evidentemente affligevano tutti e membri del gruppo, il pezzo venne inserito in un album dall’emblematico titolo I carciofi son maturi se li mangi poco duri.

Doveroso è ricordare che Le figlie del vento vengono, giustamente, considerate da molti come il gruppo apripista del filone demenzial-surreal-disimpegnato che ha generato gruppi mitici come Elio e le storie tese o, ancor prima, gli Squallor.

5 comments:

Anonymous said...

e giusto perché ci piace il citazionismo spinto ricordiamo che in una scena di Il tempo dei gitani di Emir Kustirica una zingara (figli del vento anche loro, no?) canta "sugli sugli bane bane" e aggiunge "ce ne andiamo in Italia, nostra bella Italia". Il gruppo (è in viaggio dalla Bosnia verso Milano.
Ciao e complimenti per il blog.

Anonymous said...

J'ai écouté cette chanson lors de mes vacances d'enfant, j'avais à l'époque 9 ans... j'aimerai pouvoir l'écouter encore.... comme une madeleine de Proust... Si quelqu'un possède une version enregistrée merci de me le signaler sur ce blog.

Anonymous said...

a me piace tanto questa canzone, e mi ricorda il tempo in cui mio papà la cantava...

Tom said...

Peraltro il pezzo è scritto da un tale Roberto Vecchioni....
E tutto l'album è notevolissimo!!!

Anonymous said...

Ma cavoli, per restare nella sottile metafora alimentare, era
un azzeramento della canzone intellettuale, no? Il festivalone di Sanremo era ancora gonfio di
gonfaloni e questo restò per anni il punto-zero della canzone; la sapevano TUTTI, era il simbolo della distruzione dei falsi pudori, era...ah! Salce l'ha rinforzata forse innocentemente..

Silvia Goi.