Monday, February 16, 2009

Sanremo 2009, ovvero: eravamo io, Nicoletta Strambelli, Ezra Pound, quello alto degli Afterhours e Awanagana, a caccia di ectoplasmi ciccioni...

Come prima cosa mi pare doveroso ringraziarvi per le numerose mail cariche di complimenti, richieste e suggerimenti per futuri post nonostante non abbia avuto modo di aggiornare il blog per mesi. Prometto che a poco a poco tratterò tutti i pezzi da voi nominati!
Nonostante il tempo a mia disposizione sia davvero poco, un post pre-festival era un'occasione troppo ghiotta per lasciarmela scappare. Sarebbe stato troppo semplice e tutto sommato meno divertente limitarmi a recensire da domani i brani in gara.
E poi, dopo le ultime due catastrofiche edizioni, finalmente un festival capace di tornare ad alimentare gustose polemiche già mesi prima del suo inizio.
Ma nonostante gli ectoplasmi cremonesi in sovrappeso, gay a tempo determinato, burini strapagati, pseudovallette virago, Sanremo è sempre Sanremo e neanche questa volta si è abbandonata la brutta abitudine di rendere l'Ariston un gerontocomio in eurovisione.
Diciamo che quest'anno i big si possono dividere in due categorie: "Ho più di cinquantanni ma dentro mi sento, al massimo al massimo, trentacinquenne. C'ho pure il maispeis!" e "Ho meno di cinquantanni ma ho un travaglio interiore che mi porta a sentirmi già ultra centenario". In alcuni casi queste due correnti arrivani addirittura a mescolarsi originando terribili ibridi fuori controllo.
Ma analizziamo nello specifico i partecipanti.
Fanno parte del primo gruppo:

-ALBANO con "L’amore è sempre amore”: sfodera subito l'arma di distruzione di massa, ovvero inserire per ben due volte la parola "amore" già nel titolo. Non male se consideriamo che nel testo, piuttosto lungo, la parola viene ripetuta solo 5 volte. Non so voi ma io comincio già a soffrire di carenza d'affetto.
-FAUSTO LEALI con "Una piccola parte di te”: e ci sarà un motivo se viene ricordato solo come l'interprete di Io amo...
-PATTY PRAVO con "E io verrò un giorno la'": tutto bene, se non fosse che ormai anziché parlare biascica, bisogna sorreggerla perché in piedi da sola non ci sta, eppure continua a spergiurare di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti, a parte leggere le poesie di Ezra Pound...
Prima del festival ci aveva solleticato il palato con la storia del possibile duetto con Pete Doherty, performance sponsorizzata dai cartelli colombiani, ovviamente.
-PUPO, PAOLO BELLI e YOUSSOU NDOUR con "L’opportunità": neanche a dirvelo, la performance da me più attesa. Terzetto sospeso tra la musica e una onlus, a metà tra la grande genialata e la grande cagata. Un po' We are the world e un po' La porti un bacione a Firenze.
-IVA ZANICCHI con "Ti voglio senza amore”: si era data prima alla politica, poi alla letteratura e tutto sommato eravamo disposti a sopportare i suoi vacui sproloqui a Porta a porta, pur di non vederla di nuovo sul palco dell'Ariston. E invece non solo ce la ritroviamo tra i piedi, ma pure a parlare di sesso nella terza età. Maledetto Viagra.
-NICKY NICOLAI e STEFANO DI BATTISTA con "Più sole”: avrei potuto inserirli nella categoria under 50, visto che la Nicolai di anni ne ha 49, ma l'aver chiesto a quell'eterno trentenne di Jovanotti di scrivere un brano allegro per loro, li fa già vecchi sia dentro che fuori.

Appartengono al secondo gruppo:

-AFTERHOURS con "Il paese è reale”: dai, ci sono passati Subsonica e Bluvertigo e sono ancora tutti in buona salute. All'appello mancavano solo loro e stavolta non sarà nemmeno necessaria la traduzione "dal Manuelagnelli all'italiano", visto che lo stesso leader del gruppo ha ammesso di aver scritto un testo fruibile da tutti. E come vuole la tradizione, auspico loro un ultimo o penultimo posto. (Parentesi veramente off topic: per me Manuel potrebbe cantare anche le qualità organolettiche della Philadelphia, io lo amerei comunque.)
-MARCO CARTA con "La forza mia”: funesta emanazione defilippiana scollinata da Mediaset alla tivù pubblica per colmare l'enome vuoto adolescenziale causato dall'inspiegabile assenza di Paolo Meneguzzi. Una voce talmente insignificante da farmi rimpiangere la presenza dei Finley e ho detto tutto...
-DOLCENERA con "Il mio amore unico”: la grande favorita secondo i bookmakers, fa tremare il mercato degli struccanti presentandosi sul palco con un nuovo make-up acqua e sapone e abitini da sciuretta bene firmati Cavalli. E gioca fino in fondo la sua carta vincente, quella dell'essere un'icona gay, portando un pezzo ispirato a Jeanette Winterson, scrittrice simbolo della comunità. E siccome, grazie a Povia, gli occhi degli omosessuali d'Italia saranno tutti puntati su Rai Uno, potete scommeterci che questa scelta pagherà.
-GEMELLI DIVERSI con "Vivi per un miracolo”: l'hip hop italiano mi ha sempre fatto una certa tenerezza. Tenerezza che diventa pena se a farlo sono quattro tamarri chiamati Grido, Thema, Strano e THG, impegnati in una lotta impari contro la calvizie incipiente. Il loro pezzo tratta di periferie disagiate, loro cavallo di battaglia, aborto, violenza, povertà. Nulla se paragonato al disagio dell'Ariston nell'ospitarli.
-MARCO MASINI con "L’ Italia”: abbiamo capito che la tendenza dell'anno è cantare delle disgrazie del nostro paese e Masini, che di disgrazie se ne intende, non se lo fa ripetere due volte. Pure qui si parla di stupri e violenze, di chiesa e stato, di fascisti e comunisti. E ora penso che Italia di Mino Reitano sia una grande canzone.
-POVIA con "Luca era gay”: inutile spendere ulteriori parole sulle polemiche alimentate da questo brano per il quale la comunità gay esige le palle di Povia su un piatto d'argento. Si è già scritto e detto molto in questi mesi. A questo punto non resta che l'ascolto.
Povia sarà anche stato gay per soli tre mesi, ma vale la pena ricordare che grazie agli uccelli ha vinto un festival.
-FRANCESCO RENGA con "Uomo senza età”: l'altro super favorito di questa edizione. Ormai un classico: piace ai grandi perché ha la faccia da bravo ragazzo e dedica canzoni ai suoi figli e piace alle ragazzine per la poppettosa orecchiabilità dei pezzi. In una parola Renga è noioso. Forse solo un album di cover dei più grandi successi della compagna Ambra Angiolini potrebbe dare una svolta alla sua carriera.
-SAL DA VINCI con "Non riesco a farti innamorare”: ho dovuto appellarmi al sapere di Wikipedia per capire chi fosse. Una volta tanto che ci eravamo liberati di quella pustola infetta di Gigi D'Alessio e del puttanone con cui si accompagna, ecco un altro neo-melodico paraculato. Roba da scriverci un intero capitolo di Gomorra.
-TRICARICO con "Il bosco delle fragole”: non riesco a motivare questa seconda partecipazione se non come parte di una terapia prescritta dal suo psichiatra.

Della sottocategoria "ibridi inspiegabili" fa parte questo inedito duo:
-ALEXIA e MARIO LAVEZZI con "Biancaneve”: vorrei proprio sapere quale sopraffino genio della consulenza d'immagine abbia suggerito ad Alexia che il modo migliore per dimostrare la sua maturità artistica fosse platinarsi i capelli e gareggiare a Sanremo accoppiata a Mario Lavezzi. Forse anche questo fa parte della ricerca sulle cellule staminali?

13 comments:

Missrettore said...

scusate i mille errori di battitura che senz'altro ci saranno, ma ho scritto tutto velocissimamente senza aver tempo di ricontrollare!

Anonymous said...

Complimenti per la battuta su Povia e gli uccelli! (andrea84)

Anonymous said...

Grande! Non esiste festival senza le tue pagelle! Attendo di sapere che ne pensi delle canzoni dopo il primo ascolto!

Anonymous said...

bentornata!

Anonymous said...

Come al solito sei impareggiabile.

Ti (e Vi) invito a leggere anche il mio sfogo, qui http://www.facebook.com/home.php?#/note.php?note_id=66083800208

Anonymous said...

"Maledetto Viagra" è spettacolare!

Missrettore said...

Grazie a tutti! Nel pomeriggio spero di riuscire a postare anche le mie pagelle della prima serata! Se solo la pausa pranzo durasse tre ore...

Anonymous said...

Grande!!! Aspetto Sanremo solo per leggere il tuo blog! Sono depresso a morte (non c'entra Sanremo, ma problemi sentimentali) e mi diverto un mondo a leggerti!
Povia che ignora in un'intervista il significato della parola dozzinale e scrive canzoni orripilanti, la Zanicchi credibile come io che tengo una lezione di fisica nucleare sperimentale a Yale, lo Jettatore di Ferro M.M., ospiti internazionali raccattati Dio solo sa dove (l'anno scorso ho visto solo gli immensi Duran Duran)... miliardi buttati nel gabinetto. Sanremo fa apparire l'Italia peggio dell'Afghanistan, senza offesa per l'Afghanistan.
Altri post!!!

Anonymous said...

metti online le pagelle delle esibizioni, plese! Non aspetto altro!

Anonymous said...

Missrettore ti conosco da qualche giorno al massimo ma sappi che ti amo alla follia dal secondo post che ho letto. Ti prego licenziati dal lavoro e non lasciarci più nemmeno un giorno senza un articolo.
ciao

Jerome

Anonymous said...

quoto l'ultimo anonimo ^^

bentornata

ps. il link del blog di out è cambiato, ora siamo

blogdiout.wordpress.com

grande miss, vogliamo tutto sanremo filtrato dalle tue sciabolate!

Missrettore said...

e restando in tema di sciabolate, ieri ho pubblicato le recensioni dei BIG. Stasera, dovrei terminare quelle delle PROPOSTE e le mie conclusioni sull'edizione di quest'anno!
Grazie e tutti per i complimenti!

Gwynplaine said...

Blog eccezionale, cercavo notizie su Tulilemble ma ho trovato una serie di post imperdibili