Wednesday, February 15, 2012

Sanremo 2012 - La seconda serata: non è richiesta, ma sarebbe gradita, una conoscenza delle sette note.

Questa sera non manca proprio niente e nessuno: ci sono tutti i big, ci sono le giovani promesse (promesse di cosa non si sa, senza dubbio del mondo della disoccupazione) e c'è pure il momento da me atteso con grande trepidazione: la lettura del disclaimar imposto dall’authority per le telecomunicazioni che informa il telespettatore della fallibilità del televoto. Ma andiamo con ordine. Dopo il secondo ascolto dei brani in gara sento di poter aggiungere alcune considerazioni sparse.

Pierdavide Carone e Lucio Dalla: cercando di non pensare a Dalla in intimità col suo nuovo toy boy Pierdavide, mi concentro sul testo del brano che narra della bella lucciola Nanì. E me ne pento non appena odo il verso “potrei stare giorni ad annusare il tuo mestiere”.

Nina Zilli: ieri aveva un casco di banane in testa ed oggi il vestito della donnina Chiquita. Restiamo in attesa del duetto con Cheeta previsto per domani sera.

Eugenio Finardi: suora!!!!!! L'anziano che è scappato dall'ospizio sta sul primo canale a cantare!

Emma Marrone: che canti di crisi, di cuore, o di cazzi ha sempre la stessa ridicola espressione imbronciata.

Marlene Kuntz: "La felicità sarà sempre raggiungibile. L’infelicità sarà spesso incomprensibile". Riflettendoci, la profondità del pezzo di Godano e compagni è uguale a quella di Pietre di Gian Pieretti.

Irene Fornaciari: non ci son cazzi, la genetica non mente. Irene è proprio la degna erede della travolgente bellezza di Zucchero.

Chiara Civello: ma in quale sistema solare saresti una grande interprete jazz, Civello? No spiegamelo, perché ti giuro che voglio capire. Per il momento quello che ho visto è solo la cugina di terzo grado di Cammariere con seri problemi di circolazione alle gambe.

Ok, è il turno dei giovani. Innazitutto ci terrei a fare un appello: ragazzi, non è che ci offendiamo se anche imparaste a cantare, prima di salire sul palco dell'Ariston a riempirvi la bocca con la ridondante parola CANTAUTORE. Sì, perché mai come quest'anno questa definizione viene abusata e violentata. E mai come quest'anno il dilettantismo è stato così visibile.

Alessandro Casillo – È vero: cominciamo davvero bene, con un quindicenne uscito dal talent show per pedofili melomani condotto da Gerry Scotti. A Casillo riesce bene una sola cosa: far apparire i Sonhora (ho sempre problemi con la loro H) due consumati cantanti confidenziali al suo confronto.

Giordana Angi – Incognita poesia: ecco un'altra prova vivente dei danni fatti da Malika Ayane alla musica italiana; la Angi, nel disperato tentativo di apparire sofisticata, storpia le parole, finge pronunce strane, singhiozza nel microfono. Il brano una sua originalità ce l'avrebbe anche, ma ben nascosta sotto troppa impreparazione e chili di pretenziosità.

Iohosemprevoglia – Incredibile: Di cosa hanno sempre voglia questi ragazzi pugliesi? Il frontman del gruppo indubbiamente di trippa con le cozze, vista la stazza. Il resto della band di liberarsi di lui per trovare un cantante vero.

Celeste Gaia - Carlo: un po' Charlotte Gaisbourg, un po' Margherita Buy sull'orlo di una crisi di nervi, la giovane e graziosa Celeste più che cantare squittisce nel microfono la sua infatuazione per uno sconosciuto che vorrebbe si chiamasse Carlo. Io vorrei solo che la Gaia si chiamasse Carlo, perché almeno avrebbe un bel vocione maschile udibile senza alzare al massimo il volume del televisore.

Erica Mou – Nella vasca da bagno del tempo: nel ritornello la Mou ripete ossessivamente "voglio diventare vecchia insieme a te". Erika, tesoro, devo darti una notizia: tu sei già nata vecchia. Pezzo orribile, a tratti irritante, buono solo per i giochi in cerchio all'oratorio al posto dell'Alleluja delle lampadine.

Bidiel – Sono un errore: musicalmente non sono malaccio, un po' Nuovi Angeli, un po' Dik Dik. Peccato che a Sanremo si debba anche cantare...

Marco Guazzone – Guasto: ennensimo sedicente giovane cantautore, ma tutto sommato il meno peggio di tutti (ma parlare di sufficienza è eccessivo), nonostante l'ormai onnipresente brano/filastrocca senza il quale pare non si possa fare più musica in italia.

Giulia Anania - La mail che non ti ho scritto: più stonata delle vecchie sdentate in chiesa che cantano il Gloria, con l'Anania si raggiungono davvero livelli di imbarazzo altissimi. Giulia per favore, scrivi quella mail invece di cantare!

Passano il turno il piccolo Alessandro Casillo, Iohosemprevoglia, Erica Mou e Marco Guazzone. E anche un mio sonoro "esticazzi".

Per quanto riguarda i big, vengono esclusi dalla gara Gigi D'Alessio e la Bertè, i Marlene Kuntz, Irene Fornaciari e Pierdavide Carone con Lucio Dalla.

Nanì se la pija n'ter culo. E chissà se la tariffa per questo è sempre 20 euro.

4 comments:

Anonymous said...

Ehm...conoscIenza non si può sentire, nè tantomeno leggere...

Missrettore said...

Eh sì, faccio mea culpa, questo è proprio brutto.

Missrettore said...

Corretto!

Anonymous said...

:)