Friday, December 28, 2007

Orietta Berti - Futuro (1986)

Se negli anni 70 Umberto Balsamo aveva conosciuto grande successo con brani orecchiabili e tutt'ora famosissimi quali e Balla e L'angelo azzurro, negli 80, complice forse una svolta mistica o l'adesione a Scientology, il cantautore siciliano si macchia di diversi crimini verso l'umanità scrivendo probabilmente il pezzo più trash di tutta la musica italiana, ovvero Italia interpretata da Mino Reitano, nonché due autentiche gemme della "canzone fantapolitica": Nascerà Gesù, interpretata dai Ricchi e poveri (vedi il post), che trattava il tema della clonazione umana e questa Futuro, che costringe sul palco dell'Ariston quella simpatica bonacciona di Orietta Berti a dissertare dei pericoli di un conflitto nucleare.

A differenza dei Ricchi e poveri, la cui credibilità era a zero, qui Oriettona ce la mette davvero tutta, regalando agli spettatori un'interpretazione intensa e sentita. Ma la Berti non è certo Enrico Fermi e i luoghi comuni profusi a piene mani nel testo certo non l'aiutano.
Si parla infatti di russi e americani che ruberanno il domani ai nostri figli, di guerra dei bottoni, di quanto sarebbe bello un futuro dove ci siano ancora gli aquiloni e i sassi da buttare nel torrente. Insomma, roba da far venire voglia di un'apocalisse atomica.

Il giornale che ci tortura,
il Sudafrica fa paura,
mentre il giorno diventa sera
in casa mia.
E i ragazzi son sempre quelli
che si sentono forti e belli
in un mondo che cambieranno
e andranno via.
Ma c'è un re con un gran cavallo
che decide quando si balla
e la storia che si ripete è sempre quella.
A voi russi o americani
io non delego il suo domani
su mio figlio non metterete le vostre mani.
Voglio ancora una vita e un aquilone,
voglio ancora due sassi da buttare,
dire sì, dire no, dire amore
e insegnarti che tu puoi volare.
Devi fare la guerra dei bottoni,
devi avere la forza di cantare,
figlio mio, neanche Dio può capire
quanto è bello guardarti dormire.
Oggi è tempo di stare attenti
e non parlo dei delinquenti,
questa volte non c'è Pilato,
è andato via.
Siamo tutti un po' responsabili
se la vita sarà impossibile,
non c'è un alibi che tenga alla follia.
E a quel re con un gran cavallo
dico io quando si balla
e la storia che si ripete non sarà quella.
A voi russi o americani
io non delego il suo domani,
su mio figlio non metterete le vostre mani.
Voglio ancora una vita e un aquilone,
voglio ancora due sassi da buttare,
dire sì, dire no, dire amore
e insegnarti che tu puoi volare.
Devi fare la guerra dei bottoni,
devi avere la forza di cantare,
figlio mio, neanche Dio può capire
quanto è bello guardarti dormire.
Voglio ancora una vita e un aquilone...

La paraculissima combinazione di cantante per famiglie + testo d'attualità premiò Futura, che nella classifica finale di piazzò ad un soddisfacente sesto posto.

Da segnalare che nel 1989 la collaudata coppia Balsamo-Berti riprovò a partecipare al Festival con il brano Tarantelle che, giusto per non perdere l'abitudine, parlava dei politici che rubano soldi alla gente, ma giudicata troppo polemica venne scartata dalla commissione.
A quando una canzone sulla commissione selezionatrice corrotta?

Thursday, December 27, 2007

Enrico Beruschi - Sarà un fiore (1979)

Di quanto fosse stata loffia l'edizione del 1979 ho già avuto modo di parlarvene. Il 93% dei cantanti in gara erano presumibilmente figuranti raccattati a Cinecittà, che oggi probabilmente manco si ricordano di aver partecipato al festival. Il restante 6% era composto da onesti mestieranti come Mino Vergnaghi (futuro paroliere di Zucchero), I Collage, I Camaleonti, i monumentali Pandemonium (vedi il post dedicato), l'unica vera prelibatezza di quest'anno. A conti fatti rimane un 1%. Quello lo occupa, più che legittimamente, Enrico Beruschi.
Troppo cialtronesco, musicalmente poco dotato, con una mediocre presenza scenica, riuscì laddove perfino Romina Power era "riuscita a fallire", ovvero: interpretare male perfino una canzone totalmente parlata. Per la verità Beruschi avrà anche le sue colpe, ma il brano certo non venne in suo aiuto. Partiamo dall'argomento trattato da Sarà un fiore: un uomo (presumibilmente molto poco dotato), durante la prima notte di nozze, sente domandarsi dalla consorte "Cos'è sto coso qui?".
C'è bisogno di aggiungere altro? Mmm, beh, forse vale la pena di citare il passaggio che racconta di come la sprovveduta mogliettina ha colmato le sue lacune (e il doppio senso è puramente casuale) grazie al postino.

Sarà cos'è
Sarà dov'è
Sarà cos'è
Sarà perché
L'amore mio sei proprio te
E allora io son steso sopra un letto
Tu sei stesa dirimpetto
Tu mi dici dolcemente
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Ma come
Non è mica un aeroplano
Ma se è vero che ci amiamo
Non dovresti domandarmi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Ma come
Ti ho creato l'atmosfera
Col formaggio e con la pera
Ed ancora mi domandi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Ma come
Scusa tanto se è così
Ma lo trovo
Ma lo trovo
Sempre lì
Sarà un fiore
Che cresce con la pioggia
E con il sole
Se c'è la luna cambia di colore
Marisa dai non chiedermi cos'è
Sarà cos'è
Sarà un fiore
Peccato che non sa telefonare
Che tante cose ti vorrebbe dire
Marisa sai non chiedermi cos'è
Sarà perché
L'amore mio sei proprio te
E allora dopo tante primavere
La signora Belvedere
Non domanda più al marito
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
L'ha saputo dal postino
Birichino birichino
Che passava ogni mattino
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Ma come
Il proverbio è presto fatto
O sei grullo o sei distratto
Ma è la donna che ti insegna
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Cusa l'è ches chi
Ma come
Scusa tanto se è così
Ma la donna
Quando vuole
Dice sì
Sarà un fiore
Che cresce con la pioggia
E con il sole
Se c'è la luna cambia di colore
Marisa dai non chiedermi cos'è
Sarà un fiore
Che cresce con la pioggia
E con il sole
Se c'è la luna cambia di colore
Marisa dai non chiedermi cos'è
Sarà perché
Sarà un fiore
Peccato che non sa telefonare
Che tante cose ti vorrebbe dire
Marisa sai non chiedermi cos'è
Sarà cos'è
Sarà cos'è
Sarà.

E dall'alto della mia infinita misericordia ecco il link per ascoltarla.
Ma la censura, quando serve, si può sapere dov'è? Per la verità la censura non mancava affatto, ma ovviamente abbattè sbadatamente la sua mannaia sullo sfigatissimo Franco Fanigliulo, obbligandolo a cambiare il testo della canzone perché nominava la cocaina.
In pieno clima "commedia sexy all'italiana", santificato dalla presenza della starlette Anna Maria Rizzoli alla conduzione al fianco di Mike, l'orrido motivetto venne annaffiato da una pioggia di voti che lo portarono ad un incredibile quinto posto.
Ma coooooooooome?

Per i più perversi nonché masochisti ricordo che l'anno successivo Beruschi ci regalerà un'ulteriore prova delle sue doti canterine con l'irritante Urca, che bello!